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lunedì 29 febbraio 2016

Berlino (Luglio 1945).



Video a colori dopo la conquista della città da parte degli alleati.

Le potenze vincitrici del conflitto - Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e l'Unione Sovietica - si accordarono nella conferenza di Potsdam del 1945 di dividere la Germania in quattro settori, ognuno dei quali sarebbe stato sotto il controllo di uno di essi. I tre primi paesi unirono le loro zone di influenza in quella che si trasformò nella Repubblica Federale della Germania. Tuttavia, l'URSS decise di creare uno stato comunista nel suo territorio, dentro il quale si aggiungeva la città di Berlino.
Il fatto che Berlino stesse totalmente nella zona occupata dall'esercito sovietico non soddisfò le potenze occidentali che consideravano un privilegio eccessivo che la principale città del paese rimanesse fuori dal territorio della Repubblica Democratica Tedesca. Berlino rimase sotto controllo totale sovietico per dieci giorni e quello che non rimase distrutto nella guerra si trasferì alla Russia. Successivamente, la città si divise in quattro settori per le quattro potenze vincitrici. Anche qui, americani, britannici e francesi unirono le loro zone dentro il territorio della RFA, nonostante la parte occidentale di Berlino rimanesse circondata dal territorio sotto controllo sovietico.

La ricostruzione, favorita dal Piano Marshall, portò la Germania Occidentale ad avere uno standard di vita molto buono durante il decennio del 1950, mentre la zona Orientale viveva sotto il controllo di uno stato comunista. Questo portò, agli inizi del 1960 e specialmente nel 1961 a che migliaia di persone si trasferissero della Repubblica Democratica Tedesca alla Repubblica Federale. Si calcola che, solo tra gennaio ed agosto del 1961, ben 160.000 persone uscirono dalla zona Orientale con destinazione l'Ovest della Germania e, in totale, dalla resa tedesca del 1945 fino al 13 di agosto del 1961, c'era stato uno spostamemto alla Germania Occidentale di più di 2 milioni e mezzo di cittadini.

Berlino era il punto più facile per attraversare la frontiera delle due Germanie e la città aveva inoltre una serie di privilegi economici e politici - come per esempio la non obbligatorietà del servizio militare per i giovani - per cercare di rendere più gradevole la vita di una zona isolata per le frontiere di un stato comunista.


domenica 28 febbraio 2016

Operazione Valchiria, un geniale colpo di stato al Nazismo

Hitler aveva creato l'operazione Valchiria nel caso che, qualora fosse morto in un attentato, si ricreasse subito uno stato militare per non fare cadere il regime. Peccato che non avesse previsto che qualcuno come il colonnello Claus Schenk von Stauffenberg potesse servirsene per attuare un colpo di stato rovesciando le SS ed i relativi gerarchi nazisti.
Buffo vedere mentre si arrestano tra loro. Una trovata geniale degli insorti per fare rovesciare il regime senza sparare un colpo ma usando semplicemente la polizia del Reich, la Riserva. Peccato che l'alto gerarca Goebbels (già pronto con la capsula di cianuro in bocca) sciupi tutto passando al telefono lo stesso Hitler scampato all'attentato al maggiore Remer, comandante della Riserva.
Che piano diabolico! Che presa per i fondelli al regime nazista!

MYSTERIUM


Tratto da una stupefacente storia vera e interpretato da Tom Cruise, nel ruolo del colonnello Claus von Stauffenberg, OPERAZIONE VALCHIRIA è la cronaca del coraggioso e ingegnoso piano per eliminare uno dei più perversi tiranni che il mondo abbia mai conosciuto.
Orgoglioso della divisa che indossa, il colonnello Stauffenberg è un ufficiale leale che ama il suo paese, ma che è stato costretto ad assistere con orrore all'ascesa di Hitler e alla Seconda guerra mondiale. Ha continuato a servire nell'esercito, sempre con la speranza che qualcuno trovasse il modo per fermare Hitler prima che l'Europa e la Germania fossero distrutte. Quando si rende conto che il tempo stringe, Stauffenberg decide di entrare in azione e nel 1942 cerca di persuadere i comandanti del fronte orientale a rovesciare Hitler. Poi, nel 1943, mentre si sta riprendendo dalle ferite subite in combattimento, si unisce a un gruppo di uomini inseriti nei ranghi del potere che cospirano contro il tiranno. La loro strategia prevede di usare lo stesso piano di emergenza di Hitler per consolidare il paese nell'eventualità della sua morte - l'Operazione Valchiria - per assassinare il dittatore e rovesciare il governo nazista.
Con il futuro del mondo e il destino di milioni di persone, oltre alla vita della moglie e dei figli, appesi a un filo, Stauffenberg da oppositore di Hitler diventa l'uomo che deve uccidere Hitler.

 http://www.agiscuola.it

 

 
Claus Philipp Maria Schenk Graf von Stauffenberg (Jettingen-Scheppach, 15 novembre 1907Berlino, 21 luglio 1944) è stato un ufficiale tedesco che svolse un ruolo di primo piano nella progettazione e successiva esecuzione dell'attentato del 20 luglio, contro Adolf Hitler, e nel successivo tentativo di colpo di stato. Il suo cognome completo era Schenk Graf von Stauffenberg, in quanto la famiglia Stauffenberg aveva aggiunto il termine Graf (conte), come parte del cognome, dopo l'abolizione dei titoli nobiliari da parte della Repubblica di Weimar.

Trama

Tunisia, aprile 1943. Il colonnello conte Claus von Stauffenberg, ufficiale della 10ª Divisione Panzer, annota nel suo diario il suo malcontento in merito alla politica ed alle promesse di Adolf Hitler e la sua speranza di una fine rapida della guerra che sta portando la Germania alla devastazione. Durante un attacco aereo della Royal Air Force viene ferito gravemente perdendo l'occhio sinistro, la mano destra e due dita della mano sinistra e viene rimpatriato. Egli non è il solo ufficiale ad esprimere valutazioni fortemente negative sull'operato del dittatore. Infatti, il 13 marzo dello stesso anno, il generale Henning von Tresckow ha tentato di uccidere il Führer con una bomba a tempo, caricata con uno stratagemma sull'aereo Junkers Ju 52 che da Smolensk lo riporterà in Germania, ma l'attentato fallisce e, a causa l'arresto di uno dei cospiratori, si rende necessario trovare un sostituto e la scelta del generale Friedrich Olbricht cade proprio sul giovane colonnello.

Stauffenberg, inizialmente scettico sulla conduzione "politica" dell'operazione, dopo essere stato trasferito all'Ufficio generale dell'esercito attua delle modifiche all'Operazione Valchiria (Piano Walküre)[2]. Queste permettono di poter utilizzare e controllare, contro le SS ed i gerarchi del Partito Nazionalsocialista, le forze della "riserva", distribuite in Germania e nei paesi occupati. Perché questo possa avvenire sono necessari alcuni elementi: l'approvazione del nuovo piano da parte di Hitler, la complicità o l'assenso del generale Friedrich Fromm, comandante dell'esercito territoriale, e la morte del Führer. Fromm tuttavia, nonostante l'offerta del posto di comandante supremo dell'esercito, non intende prendere parte al complotto ma evita di denunciare Stauffenberg ed Olbricht, in prospettiva di quanto possa accadere in caso di morte di Hitler.

Il generale Henning von Tresckow viene intanto trasferito al fronte e sceglie di mettere Stauffenberg a capo della parte militare dell'operazione, non prima di avere raccomandato al colonnello di esaminare il problema delle comunicazioni provenienti dalla Tana del Lupo, sede del comando di Hitler dove avverrà l'attentato. Esse, infatti, dovranno essere bloccate, ed allo scopo egli convince il generale Erich Fellgiebel, responsabile delle comunicazioni, a collaborare con lui. Stauffenberg viene nominato capo di stato maggiore della riserva e questo gli darà modo di partecipare alle riunioni in cui sarà presente il dittatore e, come suo addetto, viene chiamato il tenente Werner von Haeften, fedele alla congiura. Insieme a lui e al generale Fromm, il 7 giugno 1944 (il giorno dopo il D-Day) si reca al Berghof, il complesso privato di Hitler a Berchtesgaden, riuscendo a fargli approvare le modifiche all'Operazione Valchiria.

 

 

 

Il colonnello Albrecht Mertz von Quirnheim si incarica di "istruire" Stauffenberg sull'uso del congegno che sarà utilizzato per l'attentato: due pacchi da 975 grammi di esplosivo al plastico che dovranno essere innescati con altrettante matite inglesi: due detonatori che, per essere attivati, devono essere schiacciati con una pinza, lasciando dai 10 ai 15 minuti di tempo per collocare l'ordigno ed allontanarsi. Carl Friedrich Goerdeler, che dovrebbe divenire Cancelliere dopo il colpo di Stato, dispone di non procedere se non sarà possibile uccidere, insieme ad Hitler, anche il comandante delle SS Heinrich Himmler, limitando di fatto la sfera di azione del colonnello. Infatti il primo tentativo, avvenuto il 13 luglio, data l'assenza di Himmler, viene bloccato, nonostante la riserva sia già stata allertata.

Le conseguenze sono immediate: il generale Fromm promette l'arresto ad Olbricht e Stauffenberg nel caso allertassero nuovamente la riserva senza suo ordine. Il colonnello rinfaccia a Goerdeler la sua inerzia nel procedere e quest'ultimo ne chiede la rimozione dal comando delle operazioni per avere tentato di procedere ugualmente senza la sua autorizzazione ma, in seguito all'ordine del suo arresto, dovrà forzatamente farsi da parte ed il generale Ludwig Beck, nel piano della congiura futuro Capo di stato, lascia da quel momento mano libera a Stauffenberg.

Il 20 luglio 1944, giorno dell'attentato, Stauffenberg, insieme al tenente von Haeften, si reca nuovamente a Rastenburg ma, una volta arrivati, ricevono la notizia che la riunione è stata anticipata a causa della visita di Mussolini. Con il pretesto del cambio della camicia, i due si recano in una stanza per innescare gli esplosivi ma vengono "richiamati" dall'attendente del feldmaresciallo Wilhelm Keitel che gli chiede di sbrigarsi. Il colonnello, impacciato dalla sua menomazione, riesce ad innescare uno solo dei due pacchi di esplosivo ed inoltre la riunione, a causa del caldo estivo, viene spostata dal bunker alla sala riunioni, una costruzione in legno che non amplificherà l'effetto dell'esplosione. Il tenente viene mandato a prendere l'automobile e Stauffenberg, come concordato, viene chiamato al telefono da Fellgiebel ed in questo modo riesce ad uscire dalla sala riunioni.

Pochi minuti dopo avviene l'esplosione. I due, non senza fatica, riescono ad uscire dalla Tana del Lupo ed imbarcarsi sull'aereo che li riporterà a Berlino. Nel frattempo Fellgiebel chiama Mertz von Quirnheim per comunicargli l'avvenuto attentato, ma i due non si intendono e le comunicazioni vengono immediatamente bloccate da Olbricht. Ritenendolo troppo rischioso, egli non allerta la riserva per dare inizio all'Operazione Valchiria, perdendo in questo modo tempo prezioso. Von Quirnheim decide allora di agire di sua iniziativa allertando la riserva ed, una volta che Stauffenberg e von Haeften atterrano a Berlino, vengono a conoscenza che l'allarme non è stato dato e che Fromm non è stato avvertito. Stauffenberg è furibondo per il tempo che è stato perduto, e ritenendo la riuscita dell'operazione compromessa, intima al generale di dare inizio a "Valchiria" a nome di Fromm, anche senza la sua approvazione e gli dà appuntamento nell'ufficio di quest'ultimo entro un quarto d'ora.

Olbricht esegue le direttive di Stauffenberg, e da inizio all'Operazione Valchiria, a nome di Fromm. Pochi minuti dopo, nell'ufficio di quest'ultimo, i congiurati mettono di fronte al fatto compiuto il generale, offrendogli ancora una volta di unirsi a loro. Tuttavia Fromm, dopo avere parlato al telefono con Keitel, saputo che Hitler è sopravvissuto, si rifiuta di partecipare al complotto e, pertanto, viene messo agli arresti dai congiurati. Il capo della polizia di Berlino, il Conte Wolf-Heinrich von Helldorf, garantisce l'appoggio delle forze dell'ordine ed i primi gerarchi nazisti cominciano ad essere arrestati ed i ministeri occupati, mentre dai distretti dei paesi occupati giungono notizie confortanti in merito alla resa senza combattere delle SS. Il feldmaresciallo Erwin von Witzleben viene nominato comandante supremo delle forze armate. Tutto sembra procedere secondo i piani ma la riserva comincia, giustificando i timori di Beck, a ricevere ordini contraddittori ed anche in capo a Stauffenberg viene emanato un ordine di arresto.

La situazione precipita dopo che il maggiore Otto Ernst Remer[3] parla direttamente al telefono con Hitler tramite il ministro della propaganda Joseph Goebbels, accertando in questo modo che il Führer è vivo e vegeto. Quest'ultimo ordina all'alto ufficiale di catturare tutti i traditori vivi. Le comunicazioni dal comando di Stauffenberg vengono bloccate e rapidamente il controllo della situazione torna al Governo del Reich. I congiurati vengono arrestati e Fromm, disattendendo gli ordini di Hitler, ne ordina la fucilazione, nonostante l'esplicita opposizione del maggiore Remer, al fine di cercare di occultare la sua conoscenza dei fatti. Beck si suicida con un colpo di pistola alla testa, Olbricht, von Quirnheim, von Haeften e Stauffenberg vengono immediatamente fucilati uno dopo l'altro nel cortile del palazzo di Bendlerblock, mentre gli altri congiurati verranno giustiziati dopo brevi processi presieduti dal crudele giudice Roland Freisler, ma il destino di Fromm è comunque segnato: sarà fucilato il 12 marzo 1945 con l'accusa di "codardia di fronte al nemico".

Il complotto del 20 luglio sarà l'ultimo dei precedenti 15 attentati compiuti dai tedeschi per uccidere il Führer, ma solo nove mesi più tardi, il 30 aprile 1945, il dittatore si suiciderà nel bunker del Palazzo del Reichstag durante la battaglia di Berlino. Nina von Stauffenberg, moglie del defunto colonnello, sopravviverà alla guerra insieme ai suoi cinque figli, per poi spegnersi il 2 aprile 2006. Il film si chiude così con una seguente frase dal monumento alla Resistenza tedesca di Berlino:

« – Voi non portaste il peso della vergogna. Avete resistito sacrificando la vostra vita per la libertà, per il diritto e per l'onore. »

venerdì 12 febbraio 2016

In ricordo della mia seconda madre

Inauguro questo mio nuovo blog tristemente, con il ricordo della scomparsa della mia seconda madre avvenuta un anno fa. 

Da allora la mia vita è cambiata.

Mille pagine non basterebbero a descrivere tutto quello che penso e che abbiamo passato.

Lascerò quindi la parola alla musica ed alle immagini.

 

 http://mysteriumworld.blogspot.it/

sabato 6 febbraio 2016

Adolf Hitler morto in Mato Grosso (Brasile) nel 1984?


Nazisti in fuga - nome in codice : ODESSA

 

 

 

ODESSA (acronimo tedesco di Organisation Der Ehemaligen SS-Angehörigen, "Organizzazione degli ex membri delle SS") fu una rete di ex gerarchi e criminali nazisti fuggitivi, organizzata verso la fine della seconda guerra mondiale da un gruppo di ex ufficiali delle SS con la collaborazione e l'aiuto di altri soggetti per consentire la fuga dei gerarchi nazisti principalmente in America latina. Il concetto di una struttura organica ed unitaria dedita al salvataggio e alla copertura di SS e criminali nazisti denominata ODESSA diviene noto nel 1972[1] grazie al grande successo[2] del romanzo thriller Dossier Odessa, scritto dal celebre scrittore di spionaggio Frederick Forsyth (avvalendosi anche della consulenza di Simon Wiesenthal), poi portato sul grande schermo da Ronald Neame col film omonimo del 1974.

Su ODESSA sussistono controversie essendo gli autori divisi circa l'esistenza di un'unica struttura e sui suoi organizzatori[3][4][5], nel complesso quadro generale dei numerosi e diversificati canali di fuga e copertura di cui si avvalsero criminali nazisti per sfuggire alla giustizia nel dopoguerra, e per il loro coinvolgimento nelle attività di vari servizi di sicurezza e servizi segreti durante la guerra fredda.[6][7][8][9][10]

 

 

 

 

Nascita e struttura di ODESSA

Secondo alcune ricostruzioni, la nascita di Odessa va riportata ad un momento anteriore alla fine della guerra: il 10 agosto 1944, alla "Maison Rouge" (la casa rossa), a Strasburgo, settantasette nazisti che non si facevano alcuna illusione su quello che sarebbe stato l'esito finale della guerra si riunivano per organizzare la loro salvezza. Pare giunsero alla casa i portavoce dei più alti gerarchi, quali Martin Bormann, Albert Speer, Wilhelm Canaris, e i più grandi industriali e banchieri tedeschi. I primi miravano solo a scamparla, i secondi a conservare gli immensi guadagni accumulati con le forniture belliche allo Stato tedesco. Nel migliore dei casi infatti gli uomini delle SS sarebbero stati condannati a morte dai vincitori e gli imprenditori espropriati di tutti i loro averi. I due gruppi trovarono un accordo reciprocamente vantaggioso: gli imprenditori avrebbero finanziato la fuga dei gerarchi, i quali avrebbero custodito e gestito tutti i capitali trasferiti all'estero. I gerarchi avrebbero cioè permesso la fuoriuscita di capitali tedeschi in paesi amici e in cambio gli industriali avrebbero "ringraziato" nominandoli dirigenti tecnici delle ditte trapiantate all'estero.

A seguito dell'incontro di Strasburgo cospicue somme di denaro vennero subito trasferite in banche di Paesi neutrali: Svizzera, Spagna, Turchia e soprattutto Argentina e Paraguay. Con i capitali tedeschi vennero create di lì a poco numerose società commerciali: secondo un rapporto del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che risale al 1946 furono in complesso 750 le imprese finanziate dagli industriali nazisti; 112 in Spagna, 58 in Portogallo, 35 in Turchia, 214 in Svizzera, 98 in Argentina e 233 in varie altre nazioni.

Grazie all'esperienza maturata nel corso della guerra da ufficiali dell'RSHA, in un lasso di tempo relativamente breve l'ODESSA riuscì a mettere in piedi inoltre un sistema di corrieri, che riuscirono a far uscire clandestinamente dalla Germania gli uomini delle SS.

Alcune persone riuscirono persino a procurarsi un lavoro come autisti dei camion dell'esercito americano sull'autostrada Monaco-Salisburgo, nascondendo i fuggitivi sul retro dei veicoli per farli passare oltre il confine austriaco. Ogni 50 km era stanziata una Anlaufstelle ("Centro di ricezione") di ODESSA, gestito da non più di cinque persone, che erano a conoscenza soltanto delle due Anlaufstellen che precedevano e seguivano la propria lungo il percorso. Molti uomini delle SS terminavano il loro viaggio a Bregenz o a Lindau, due località sul lago di Costanza, da dove passavano in Svizzera e infine salivano su voli aerei civili diretti in Medio Oriente o in Sudamerica.

 

 

 

 

 

ODESSA percorreva anche la cosiddetta "Via dei Monasteri" (detta anche ratline o Rattenlinien ovvero la "via dei ratti") chiamata così per il fatto che i fuggiaschi riparavano nei luoghi di culto, memori di una tradizione medievale per cui tali luoghi erano inviolabili e quindi sicuri per definizione, tra l'Austria e l'Italia, dove parte del clero cattolico anticomunista faceva passare i nazisti ricercati attraverso una lunga serie di "case rifugio" di religiosi. Oltre a ciò l'organizzazione manteneva importanti contatti con il personale delle ambasciate di Spagna, Egitto, Siria e di numerosi Paesi sudamericani.

Secondo Simon Wiesenthal[11] la formazione di “comitati di soccorso” per l'assistenza ai criminali detenuti ebbe una parte rilevante nella genesi dell'organizzazione ODESSA Sotto la copertura degli aiuti umanitari questi comitati raccoglievano fondi, stabilivano contatti tra vecchi camerati e contrabbandavano lettere. La via di fuga principale attraversava la Svizzera e quindi l'Italia.

Ad aiutare i gerarchi in fuga, secondo Wiesenthal, sarebbero stati alcuni prelati della Chiesa cattolica e in particolare i francescani che nascondevano i fuggiaschi da un monastero all'altro. Wiesenthal ritiene che tale aiuto sia stato dato fraintendendo il concetto di carità cristiana[12].

Ricercati come Heinrich Müller, Capo della Gestapo e molti altri criminali di guerra probabilmente utilizzarono ODESSA per scomparire; altri nazisti come Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke, Klaus Barbie, Aribert Heim, trovarono rifugio in America Latina, essenzialmente in Paesi senza estradizione, e poterono essere smascherati e assicurati alla giustizia solo dopo molti anni.

Per citare un esempio, Eichmann, largamente responsabile della logistica della "soluzione finale", fu scoperto e rapito dal Mossad in Argentina per essere tradotto in Israele, giudicato e conseguentemente giustiziato per i suoi crimini. Erich Priebke invece fu ritrovato da un giornalista americano che lo intervistò; a seguito di questa intervista fu catturato, processato e condannato.

 

 

Gerarchi nazisti. Il secondo da sinistra è Mengele. Noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse nel campo di concentramento di Auschwitz, usando i deportati, compresi i bambini, come cavie umane. Per la sua attività svolta nel campo di concentramento era stato soprannominato Angelo della morte (in tedesco Todesengel): il nome ha una duplice connotazione; infatti era sia negativo per la mancanza di pietà umana e ogni sorta di rimorso, sia positivo, perché alcuni prigionieri, presi sotto l'ala di Mengele, di fatto scamparono a morte certa. La sua figura assunse triste notorietà, soprattutto nel dopoguerra, come esempio di negazione dei principi stessi della medicina.

Uno dei principali organizzatori di ODESSA fu l'SS-Obersturmbannführer Franz Roestel, che aveva combattuto nella divisione "Frundsberg" delle Waffen-SS; mentre altri ritengono che l'SS-Obersturmbannführer Otto Skorzeny e l'SS-Sturmbannführer Alfred Naujocks siano stati attivi nell'organizzazione e in particolare Skorzeny fosse il direttore della struttura[13].

Uki Goñi, nel suo libro The Real Odessa: Smuggling the Nazis to Perón's Argentina[14], suggerisce che il Vaticano abbia avuto un ruolo attivo nella copertura dei gerarchi nazisti in fuga. Analoga ricostruzione fanno Daniel Jonah Goldhagen,[15] e Michael Phayer[16].

Il giornalista tedesco Guido Knopp avanza l'ipotesi che ODESSA sia più un mito che una reale organizzazione strutturata e che in realtà le vie di fuga furono molteplici[17].