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venerdì 30 agosto 2013

Pirati della storia : Barbanera


La bandiera dei Pirati dei Caraibi, ovvero la bandiera di John Rackham, pirata britannico conosciuto come Calico Jack, è noto soprattutto per aver inventato il classico Jolly Roger, la bandiera pirata per eccellenza. La sua consisteva in un teschio con due sciabole incrociate sotto. Il suo nome derivava dal tessuto calicò degli abiti che era solito indossare. John Rackham è anche noto per aver avuto nella sua ciurma le piratesse Anne Bonny e Mary Read.



Edward Teach, meglio noto come Barbanera (1679 ca. – 22 novembre 1718), fu un celebre pirata britannico, che ebbe il controllo del Mar dei Caraibi per un breve periodo fra il 1716 e il 1718, durante la cosiddetta età d'oro della pirateria.




Barbanera (litografia del XVIII secolo)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

I dati sulla sua vita sono molto incerti e influenzati dalle leggende che furono in seguito elaborate attorno al suo nome. Nacque probabilmente nel 1680, a Bristol secondo alcune fonti, a Port Royal secondo altre. Si è discusso anche del suo cognome; sarebbe Teach secondo la maggior parte degli storici, ma vi è chi sostiene si chiamasse in altri modi, tra cui Drummond, Thatch,Tirsh o Dirmmon Si sarebbe sposato 14 volte; l'ultima moglie sarebbe stata appena sedicenne e di origine Hawaiana.
Il suo ingresso nella pirateria fu forse sulle navi corsare giamaicane che combattevano per mare contro i francesi. Nel 1716 si alleò con Benjamin Hornigold, con il quale assaltò circa 20 navi in 18 mesi. Si impossessò in particolare di un vascello proveniente dalla Guiana francese, il Concorde, per ribattezzarlo Queen Anne's Revenge. Oltre ad arrembare le navi in alto mare, Barbanera assaltò porti in diverse regioni, fra cui Turkill, Grand Cayman, Bahamas, Carolina. Nel 1718 assediò il porto di Charleston nella Carolina del Sud; in quell'occasione catturò un amministratore della città con il figlio di quattro anni e chiese come riscatto un baule di medicine.
Aveva fama di essere uno dei pirati più feroci, e alla sua immagine e alle sue imprese (reali e leggendarie) si deve in gran parte lo stereotipo del "pirata cattivo" nella cultura. I suoi modi terrorizzavano le sue vittime ma anche lo stesso equipaggio; si dice che usasse sparare con la pistola alle gambe dei suoi uomini come misura punitiva o semplicemente per mantenere la disciplina a bordo. In una occasione avrebbe fatto riempire con fuoco e zolfo la stiva della sua nave allo scopo di creare un'atmosfera infernale, e avrebbe sfidato i suoi a una gara di resistenza in mezzo al fumo (ovviamente vincendo). Si dice che bevesse rum mischiato con polvere da sparo e che la sua barba fosse così lunga che egli se la attorcigliava attorno alle orecchie; che quando andava in battaglia si mettesse dei pezzi di miccia accesi sotto il cappello in modo da essere sempre avvolto da una fitta nuvola di fumo (particolare che rendeva il suo aspetto al tempo stesso bizzarro e spaventoso). I cronisti dicono che Blackbeard "durante le azioni indossava una fascia intorno alle spalle con appese tre paia di pistole nelle loro fondine a mo' di bandoliera".






La cattura di Barbanera




Il 20 luglio 1718 Barbanera rifiutò l'amnistia offertagli da Woodes Rogers, Governatore di Nassau e delle Bahamas. Il governatore della Virginia Alexander Spotwood ordinò al tenente di vascello della Marina inglese Maynard di catturare Barbanera, vivo o morto. A bordo della nave da guerra Pearl, Maynard raggiunse Barbanera il 21 novembre del 1718, nell'insenatura di Ocracoke, e riuscì a ucciderlo dopo una sanguinosa battaglia. Si racconta che Barbanera non morì prima di aver subito 25 ferite, di cui 5 da arma da fuoco, e che il suo corpo fece tre volte il giro della nave prima di inabissarsi. La testa mozzata del pirata venne infissa sulla punta del bompresso della Pearl. Nella sua carriera Barbanera aveva catturato quasi 140 navi. Alla sua morte aveva 38 anni.
Nel marzo 2007 i responsabili del Queen Anne's Revenge Shipwreck Project hanno annunciato l'intenzione di recuperare la Queen Anne's Revenge entro tre anni. La nave si trova al largo delle coste della Nord Carolina ed attualmente è coperta di coralli.[1]

 

 
La bandiera di Edward Teach

 

 Barbanera nella cultura

Il personaggio Barbanera ricorre spesso nella letteratura, nel cinema e in altre forme di finzione; in genere viene rappresentato secondo lo stereotipo del pirata crudele, depositario di un misterioso tesoro, e maledetto al punto di riapparire, non di rado, come fantasma. Viene ricordato come " re dei pirati"

Letteratura



Cinema



Videogiochi



Altro


  • Nel miniserie della DC Comics del 1986 Watchmen, è presente un fumetto inventato dal titolo "I Racconti del Vascello Nero". In questo esiste una nave pirata proveniente dall'inferno, con una ciurma di dannati e capitanata da Edward Teach.
  • Nel manga e anime One Piece (All'arrembaggio), Barbanera, alias Marshall D. Teach è uno dei principali antagonisti della storia, ex-membro della ciurma di Edward Newgate meglio noto come Barbabianca.


dal film Pirati dei Caraibi - "Oltre i confini del mare" : Barbanera

 


    venerdì 23 agosto 2013

    L'assedio di Firenze (1529-1530)



    L'esercito imperiale di Carlo V, il più potente dell'epoca, assediò Firenze con l'intenzione di saccheggiarla come già era successo a Roma. L'orgoglio e l'audacia dei fiorentini però riuscì ad impedire che le truppe imperiali entrassero in città. Il loro potente esercito dovette accontentarsi di una resa di Firenze che dovette trasformarsi da repubblicana  in Ducato di Toscana ma niente saccheggio, niente bottino da spartire e molto probabilmente niente stupri. Per una volta dovettero tornarsene indietro a testa bassa.




    L'assedio di Firenze, affresco in Palazzo Vecchio



    L'Assedio di Firenze del 1529-1530 fu l'atto finale della imposizione del predominio spagnolo in Italia per opera di Carlo V.
    Avendo piegato le ultime resistenze alla sua politica egemonica col Sacco di Roma e la resa di Papa Clemente VII alla cui signoria Firenze si era ribellata, allo scopo di contentare il nuovo alleato e farsi perdonare l'inaudito attacco al papato, Carlo V dovette, pur con scarso entusiasmo, adattarsi a ristabilire la famiglia Medici sul trono ducale.

    L'Assedio

    Dopo alcune battaglie di avvicinamento le truppe imperiali iniziarono l'assedio il 14 ottobre 1529; la feroce quanto inaspettata resistenza della ricca città e di alcune fortezze del contado, la lunghezza dell'assedio, la morte in battaglia di alcuni tra i migliori comandanti dell'esercito imperiale, il timore che le gesta dei difensori ispirassero altre città alla ribellione indussero gli assedianti ad intavolare trattative per una resa onorevole della città, che escludevano il saccheggio e la sottrazione di territorio al governo cittadino.
    Della difesa della città fu incaricato in qualità di Capitano Generale Malatesta IV Baglioni che in realtà mirava principalmente ad ingraziarsi il papa per tornare in possesso della città di Perugia, arrivando probabilmente a tradire il prode capitano Francesco Ferrucci nella battaglia di Gavinana, unica importante ma disastrosa sconfitta per le truppe fiorentine nelle vicinanze della città.
    Sicuramente il Baglioni forzò la resa della città: estromesso dal comando in quanto oramai vi erano forti dubbi sulla sua condotta, si ribellò ed introdusse in città una piccola pattuglia di imperiali che conquistò Porta Romana e voltò le artiglierie verso la città; i fiorentini non reagirono compatti e ciò portò alla resa, firmata il 12 agosto 1530 presso la Chiesa di Santa Margherita a Montici.
    Altro importante personaggio che collaborò alla difesa della città fu Michelangelo Buonarroti, che venne incaricato di rafforzare le fortificazioni. Prima si dedicò con tutto l'impegno all'opera, salvo fuggire dalla città per poi rientrarvi quando era già assediata, a rischio della vita; al momento della resa dovette restare nascosto a lungo per sfuggire alla collera del papa. Molti suoi disegni di fortificazioni ancora conservati, che rappresentano una pietra miliare negli studi teorici sulla fortificazione alla moderna, si riferiscono alle opere esterne delle mura di Firenze; non sappiamo però in che misura questi disegni siano stati tradotti in reali strutture.
    Durante l'assedio, a scherno degli assedianti fu giocata una storica partita di calcio che ogni anno viene rievocato nella storica sede di piazza Santa Croce.
    Con la caduta della repubblica fiorentina tornarono al potere i Medici, tutta la penisola italiana (tranne Firenze e il suo ducato mediceo) e buona parte dell'Europa era ora sotto il controllo di Carlo V.

    Esito

    Dopo quasi un anno di assedio, gli assedianti decisero di porre fine alla conquista della repubblica fiorentina, anche perché ormai Carlo V era privo dei suoi migliori comandati, inoltre aveva già perso un elevato numero di truppe e risorse. Il governo fiorentino, avendo da poco perso il prode capitano Francesco Ferrucci, decise di accettare la resa onorevole, anche perché ormai Firenze era divisa fra chi voleva continuare la difesa della repubblica e fra chi preferiva il ritorno dei Medici.
    Quindi, 12 agosto 1530 presso la Chiesa di Santa Margherita a Montici, i principali rappresentati dei due eserciti firmarono la resa onorevole, ponendo fine alle azioni belliche.
    Firenze riuscì quindi a mantenere la propria indipendenza, anche se non più in forma repubblicana, dato che col ritorno dei medici si creò il Ducato di Toscana, divenuto poi Granducato di Toscana 



    GLI ULTIMI GLADIATORI :
    CALCIO STORICO FIORENTINO

     





    Come descritto precedentemente il calcio storico si esibì in segno di scherno verso il potentissimo esercito imperiale che stava assediando la città. La partita si giocò in  piazza Santa Croce e qualcuno, come ulteriore presa per i fondelli al nemico, si mise a suonare sul tetto della basilica come a dire "toh! Guardate quanta paura ci fate!". Qualcuno degli imperiali, inneverosito da tanta impudenza ed irriverenza, sparò un colpo di cannone verso i musicisti ma la palla volò sulle loro teste sfiorandoli solamente e atterrò sulla parte opposta della chiesa; non fu fatto alcun danno, e fu accolto dallo scherno della folla (della serie "ah ah, non ci avete preso" e sicuramente da qualche gesto appropriato) e dal clamore degli strumenti.
    Ho avuto modo di vedere il corteggio storico ed i giocatori in fondo al corteo sfilando  a pochi metri e sinceramente non vorrei mai trovarmeli davanti. D'altra parte vengono scelti apposta per il tipo di "gioco" e loro stessi sanno a cosa vanno incontro essendo consapevoli che non verranno trattati a rose e fiori.
    Spinte, sputi, minacce, sgambetti, prese da lotta libera, pugni nel viso ecc. nonostante esista un regolamento scritto. Ogni tanto si vede "volare" qualcuno ricadendo in terra e sbattendo una boccata sulla rena per avere ricevuto un colpo a tradimento (uno dei tanti). Sinceramente non ho mai visto una partita in persona perchè non mi va di vedere lottare gladiatori nell'arena ; si perchè a differenza dei gladiatori dell'antica Roma qui non ci sono armi ma si usano lo stesso le mani e non poco (vedere il video in fondo - NB) ed il sangue scorre ugualmente.

     
    MYSTERIUM

     

     

       

      

     

     

     

     

     

    FOLCLORE A FIRENZE




    IL GIOCO STORICO DEL "CALCIO IN COSTUME"

    Il gioco del Calcio in Costume (anche detto "Calcio Storico Fiorentino") non ha nessuna rassomiglianza con il gioco del calcio. Fu probabilmente inventato negli accampamenti militari dove i soldati si riposavano tra una battaglia e un'altra, perché facessero esercizio in modo da non perdere la loro forza. Questo era un gioco che sviluppava i muscoli delle braccia e delle gambe in una lotta a corpo a corpo per la contesa di qualcosa che aveva la misura e la forma di una palla da cannone.
    All'inizio, a Firenze, non veniva praticato come sport, bensì come allenamento per i giovani nell'arte del combattimento. La partita più famoso fu probabilmente quella giocata il 17 Febbraio del 1530 in Piazza Santa Croce. I fiorentini avevano approfittato del Sacco di Roma effettuato dall'esercito imperiale nel 1527 per confinare i Medici fuori dalla città per la seconda volta e rispondere solo alla sovranità del Cristo e della Vergine, determinati a difendere Firenze fino alla fine contro l'esercito imperiale spiegato da Papa Clemente VII. L'armata imperiale, la più potente al tempo, assediò Firenze dall'estate del 1529 all'estate dell'anno seguente. Fu un assedio memorabile, che divenne sempre più duro; la città cominciò a sentire la scarsità del cibo, sebbene la sensazione generale fosse comunque positiva, come riassunto dalle scritte sui muri: poveri ma liberi. E' in questa atmosfera che il gioco del Calcio in Costume iniziò, a metà Febbraio, non solo per la tradizione antica di giocare durante il Carnevale, ma anche come dimostrazione del disprezzo della città per le truppe assedianti che consideravano Firenze oramai esausta e sconfitta. Per enfatizzare questo disprezzo, un gruppo di musicisti suonò sul tetto di Santa Croce cosicchè i nemici potessero avere una più chiara idea di ciò che stava succedendo. Improvvisamente una palla di cannone delle batterie imperiali volò sulle teste dei musicisti e atterrò sulla parte opposta della chiesa; non fu fatto alcun danno, e fu accolto dallo scherno della folla e dal clamore degli strumenti. Non sono rimasti registri su chi vinse la partita, forse perché fu sentito più come uno sforzo comune contro il nemico che un torneo contro le squadre. Nonostante il successo della partita , la città presto capitolò e il dominio di ferro dei Medici tornò.

    Le partite si giocarono per lo più senza interruzione fino alla fine del Diciottesimo secolo e solo nel Maggio del 1930, nel quarto centenario dell'assedio di Firenze, la storica manifestazione ricominciò. Oggigiorno vengono giocate tre partite da squadre provenienti dai quattro maggiori vicinati di Firenze in Piazza Santa Croce il 16, 24 e 30 di giugno per la ricorrenza del Santo Patrono. Dopo la lunga sfilata presieduta dai nobili a cavallo, partita da Santa Maria Novella e culminata in Piazza Santa Croce, il gioco inizia con le urla di Viva Firenze! È un'ora di continua lotta, attacchi, tafferugli, colpi e grovigli di corpi vestiti in abiti del Quindicesimo secolo. Tutto ciò per rievocare la famosa partita del 1530, nel desiderio di rivivere e ricordare una pagina memorabile della gloriosa storia di Firenze.
    Dal 2006 l'evento è stato cancellato, come si può leggere da uno stralcio preso dai documenti della quinta commissione consiliare, cultura e sport:
    "... la manifestazione fiorentina, sospesa per decisione della Giunta a causa delle note vicende che hanno compromesso la prima sfida di inaugurazione dell'edizione 2006. Gli episodi di violenza gratuita nel disprezzo di qualsiasi regola che si sono verificati in quell'occasione hanno gettato discredito sul calcio storico al punto da richiedere uno sforzo di tutto il Comune di Firenze per aprire una fase di radicale cambiamento di questa importante manifestazione culturale e sportiva..."
    Website - Per saperne di più: http://www.calciostorico.it/


    "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare"
    Benito Mussolini